Primo Spettacolo della Rassegna Teatrale 2020 Coincidenze?

SAND AND SEA regia di Alessandra Cutolo

con la Compagnia Women Crossing:
Patience Sare, Silvia Gallerano, Deborah Offeh, Denise McNee, Livi Lupatelli, Confort Samuel

Inizio spettacolo Ore 21:00

Donne che hanno attraversato mondi. In fuga da situazioni insostenibili. Ammassate su camion, pick-up, jeep, a volte con figli in braccio, nel deserto. Senza cibo e senz’acqua a sufficienza. Esposte al pericolo continuo che il proprio corpo venisse venduto, comprato, fatto oggetto di violenza.Alla necessità di lasciare per strada chi non ce la fa, alla paura anche semplicemente di piangere un compagno morto. Minacciate, rinchiuse in ghetti, case di transito lungo il percorso, violate alcune, rinchiuse altre nelle prigioni libiche. Liberate, comprate, a tappe, più volte durante il percorso. Fino ad arrivare alle coste del mediterraneo.
Hanno attraversato il mare. La paura dell’immensità dell’acqua. Il sale che misto al gasolio corrode la pelle, la paura degli spiriti che fanno impazzire. Traghettate in maniera precaria, hanno raggiunto l’Italia. E si sono ritrovate a Roma, all’Esquilino, con altre donne, italiane, professioniste, dai vissuti più rassicuranti, con altre migranti che hanno affrontato la migrazione in modo meno estremo, con donne di religione differente, a praticare il gioco del teatro. Il rito che mette tutte in cerchio a sperimentarsi su un gesto, un movimento. Provando a ridere e piangere, a cantare e danzare. Ad entrare nel ritmo dell’altra, ad uscirne e proporne uno proprio. Accomunate dall’essere mamme di bambini che tutti i giorni si ritrovano a scuola assieme.
Assieme hanno formato una compagnia, hanno messo su uno spettacolo, SAND AND SEA, hanno portato lo spettacolo in giro, a Roma, a Pistoia, a Napoli. Nei teatri e negli spazi non convenzionali, nelle case occupate, nelle case delle donne, nelle associazioni, a scuola. Hanno partecipato a concorsi. Prima hanno messo in scena la storia di una di loro, intrecciata con le storie di altre, in una versione quasi fiabesca, in una lingua incerta, con intromissioni di altre lingue. Era una storia di un amore contrastato, e di un viaggio verso la salvezza. Ed era uno spettacolo in trasformazione continua, fondato su un canovaccio a cui si aggiungevano parti nuove a seconda della partecipazione di persone nuove. E in trasformazione è stato anche il registro stilistico, che da fiabesco si è progressivamente spostato verso il realismo. Quando si sono aggiunte questioni difficili da rendere pubbliche, come le storie di violenza o di tratta, la mistione di elementi favolistici o di finzione, con storie autobiografiche, ha trovato nell’indistinto dello spettacolo una via d’uscita salvifica.

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