Agostino & Il Casale

Agostino ha 32 anni e vive a Grizzana Morandi.

Agostino è originario di Carpi, in provincia di Modena, ha uno sguardo pacato ed una voce profonda. Vive in una casa moderna, con parquet chiaro e grandi finestre che si affacciano sulla valle sottostante; sculture di arte contemporanea sono disposte con gusto minimalista nello spazio. Ci accoglie in casa a piedi scalzi ed una sigaretta in bocca. Ci offre due sedie, versandoci del caffè e porgendoci dei biscotti.

Inizia l’intervista ed Agostino decide di parlare solo al plurale: non vuole parlare di sé, ma della compagnia di cui fa parte, Il Casale.

Agostino ha incontrato i membri del collettivo, ognuno proveniente da diverse parti d’Italia, all’accademia di teatro di Bologna nel 2015. Chiamano la loro prima compagnia I Dronghi, come l’uccello tropicale che imita il verso degli altri animali: un’attore.

Al tempo tutti e dieci vivono in piccoli appartamenti in città e sono alla continua ricerca di spazi dove lavorare, che puntualmente si rivelano troppo costosi; cominciano così a ricercare di nuovi in Emilia-Romagna, che con i fondi che stanzia per l’arte “dà quelle piccole poche possibilità in più (rispetto ad altre regioni d’Italia) che però fanno la differenza.”

Un giorno del 2019, per puro caso, entrano in contatto con il proprietario di uno spazioso casale del 1492 (che nei libri di storia viene chiamato Ca’ Veggetti) sull’Appennino Tosco Emiliano, che comprende nella proprietà anche ampi terreni agricoli.

I proprietari, che inizialmente volevano vendere, si innamorano dell’intenzionalità dei giovani artisti e decidono di affittargli il grande spazio. E così, nel giro di un mese, la compagnia si trova a vivere in quello che diventerà poi Il Casale.

Dedicano il loro primo anno di vita a riparare di tutto (dall’impianto elettrico ed idraulico fino alle finestre) ed a costruire degli spazi utili al lavoro della compagnia: un’officina-falegnameria per costruire scenografie ricavata da una vecchio fienile, una sala prove interna per l’inverno, un teatro all’aperto che ha come scenografia il panorama mozzafiato degli appennini, e molto altro.

Nel periodo invernale da settembre a maggio, al Casale ci si cimenta nello sviluppare i personali progetti artistici, dal teatro al teatro danza, dalla clownerie alla costruzione di scenografie. Questi progetti portano i componenti del Casale a muoversi spesso verso altre città, per performare spettacoli con compagnie teatrali, per formarsi o per altri lavori. Agostino ad esempio lavora molto con la voce come speaker, voice over artist e podcaster, ma anche con la musica come compositore; è da due anni che riesce a vivere completamente delle sue arti.

Con il tempo, Agostino e gli altri capiscono che Il Casale poteva essere qualcosa di più che la loro residenza invernale: diventano “rifugio d’arte” accogliendo nella loro grande foresteria residenze artistiche di teatro e di musica e creando così interconnessioni artistiche nazionali ed internazionali.

Agostino ci dice infatti che oggi “la compagnia Il Casale è una fucina di compagnie”: sono infatti cinque i collettivi, oltre a quello originario che quotidianamente attraversano questo spazio salendo su da Bologna per residenze, produzioni artistiche o anche solo per bersi una birra insieme.

Durante il periodo estivo da maggio a settembre, quando i loro progetti personali rallentano, al Casale si organizzano concerti ed eventi.

Questi artisti si scontrano però per due anni con la diffidenza del Comune di Grizzana Morandi che li vede “fricchettoni e scapestrati”. Solo nel 2021, con la pandemia alle spalle, le istituzioni cominciano a notare che non solo al Casale si lavora bene, ma che rappresenta un’opportunità per questa zona Appenninica spopolata: attirare con eventi artistici persone dalla città e dai paesi circostanti, riempiendo le strutture ricettive ei ristoranti della zona.

Il Casale organizza così nel 2022 il festival “Le Tre Giorni: Musica Teatro e Campeggio,” a cui partecipano 200 persone; all’edizione del 2023 hanno partecipato più di 300 persone, riempiendo la zona di famiglie, bambini e ragazzi.

Oggi Il Casale collabora moltissimo con il comune di Grizzana Morandi, che “cerca di fare di tutto per portare l’arte in Appennino,” invitandoli a performare ad eventi storici della zona (come la Festa di Re Zuccherino), aiutandoli con la pubblicità e persino nel mediare con il burbero vicino; questo, essendo proprietario di una porzione dello stesso immobile del Casale, durante gli eventi serali attende alla finestra che finiscano, per poi, se l’evento si è tirato per le lunghe, annotare con esattezza di quanti minuti hanno sgarrato e comunicarlo poi al proprio avvocato.

Ma questa non è la prima difficoltà affrontata dal collettivo: da amici sono diventati “colleghi d’arte e colleghi nelle parti economico-organizzative,” rischiando di sciogliersi varie volte. Anche se alcune persone sono cambiate i cinque soci fondatori rimangono tuttoggi. Con il tempo hanno trovato “un alfabeto comune al quale attingere per parlare delle varie questioni comunicative e decisionali”.

Il collettivo vorrebbe iniziare a portare i propri eventi fuori dal casale, in giro per l’Appennino ed oltre: essendo in affitto la compagnia è consapevole che potrebbe dover esistere senza il luogo che gli ha donato il nome. Si immaginano però di restare in Appennino perchè “ci siamo accorti nel tempo che per avere abbastanza spazio per creare eventi è indispensabile uno spazio rurale.”

Quando viene chiesto ad Agostino cosa sognano al Casale con tono serio risponde: ”conquistare la Rocchetta Mattei, anche se fosse un’assedio con lance e forconi.” Vi performeranno due spettacoli nel 2024, ma vorrebbero che il comune gli concedesse la possibilità di organizzare e gestire eventi in questo palco fiabesco tutto l’anno.

Agostino ci dice che “al Casale tutti vengono su per un giorno, ma poi alla fine restano per una settimana… sai quando arrivi e non sai quando te ne vai.”

Al Casale il tempo scorre in maniera lenta come fa solitamente in montagna, ma sono le persone che lo vivono e lo attraversano a produrre il collante che, di fronte ai varii focolari e sui palcoscenici naturali, fa respirare la voglia di creare arte in maniera collaborativa.

Se vuoi seguire i loro eventi o visitare lo spazio:

Agostino +39 335 174 5659

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