Chiara & CraClé
Chiara ha 36 anni, è una ceramista e vive a Grizzana Morandi.
Il nome d’arte di Chiara è CràClè. Questo deriva della tecnica che spesso utilizza per smaltare le proprie opere. Tale finitura va a comporre sulla superficie ceramica una ragnatela di piccole crepe, che Chiara evidenzia per dare un soffio di vita alle sue opere. Proprio come la vita, le ceramiche di Chiara rifuggono la regolarità, l’uniformità, la perfezione e inseguono al contrario la mutevolezza, i cangiantismi cromatici, le asperità delle superfici, il non concluso.
Chiara ci accoglie timidamente nella sua grande casa nel bosco che assomiglia ad una baita di montagna. Come prima cosa ci mostra il giardino, curato e pieno di piante rigogliose, di cui va fiera. Chiara ci racconta di aver lottato contro il duro terreno e le piante infestanti per liberare le piante che stavano soffocando e per potersi ritagliare dello spazio dove rilassarsi e lavorare. Chiara è felice di mostrarci i propri spazi, faticosamente conquistati e fortemente desiderati.
Il desiderio di contatto con la natura è nato in Chiara solo dopo aver abbandonato Bologna. Lentamente, la tranquillità della montagna ha fatto fiorire in lei l’amore per la sua nuova casa. Chiara ci dice che si è resa conto solo dopo essersi trasferita di essere stata molto stressata in città. Chiara ci rivela che ora, dopo aver goduto della pace che le dà il bosco, il vento e le foglie che cambiano colore sugli alberi, non potrebbe più tornare indietro.
Chiara ci racconta che la sua scelta di trasferirsi in Appennino “non è stata una scelta ponderata e maturata nel tempo, ma una circostanza di vita.” Chiara si è infatti ritrovata a lottare contro una competizione spietata in città visto che “lo spazio di Bologna è saturo di artisti.” Ci dice che nel campo dell’artigianato della ceramica ci sono potenze con cui è impossibile anche solo collaborare. I problemi economici aumentano con il passare dei mesi e dopo aver chiuso il laboratorio a Bologna, in via Broccaindosso, Chiara sposta tutta la sua attività nel piccolo appartamento dove vive. Riesce così a continuare il proprio lavoro per alcuni difficoltosi mesi. Ma la sua voglia di fare arte straborda da ogni fessura del piccolo spazio che vive in città, spingendo Chiara a cercare una casa più grande. Nel suo desiderio di cambiamento, è però decisa nel non volersi allontanare troppo dalla madre che vive a Bologna. E’ così, cercando grandi case economiche nei pressi di Bologna, che Chiara nel 2022 si ritrova a vivere in Appennino.
Per Chiara è “conveniente e rilassante vivere in natura”: già in città aveva uno stile di vita tranquillo ed isolato; non godendo della vita sovrastimolante che la circondava spesso si chiudeva in casa a creare ceramiche. Chiara in montagna si sente libera dalle restrizioni che viveva in città. Adesso ha abbastanza spazio per esplorare e sviluppare nuovi aspetti della sua arte, avendo trovato terreno fertile per poter rendere tangibili le proprie visioni artistiche. Nel suo grande cortile ha la possibilità di aumentare il volume delle proprie opere, creando grandi sculture in ceramica o cemento. Inoltre Chiara si sente continuamente ispirata dal nuovo ambiente in cui vive: i soggetti della sua arte man mano diventano sempre più naturalistici. Ha anche iniziato a fare mix media integrando materiali naturali, come foglie o cortecce, nelle proprie opere, o utilizzandole come stampi per le proprie ceramiche. Chiara parla molto di spazio e di materia, sono parte della sua vita, delle sue necessità e dei suoi desideri.
Da quando vive a Grizzana Morandi le relazioni sociali di Chiara sono migliorate. La lentezza dei ritmi di vita, unita alla quotidianità di rivedere frequentemente gli stessi volti negli stessi luoghi, al bar o alle poste, le ha dato la possibilità di stringere legami più profondi con vicini di casa, conoscenti, clienti. La sua rete sociale di si è così inspessita ed ampliata rispetto a quella della città. Chiara ha anche scoperto in montagna una comunità che, prescindendo dallo scambio economico, si basa sul valore dello scambio, del baratto e del mutuo aiuto. La distanza emotiva vissuta in città si è ora sostituita con il bisogno di vicinanza umana che la montagna crea per potersi difendere a vicenda dagli elementi naturali.
Chiara dice che adesso si muove verso la città principalmente per andare a visitare la madre. Sono rare le volte in cui si ferma per più giorni, perché vuole evitare la quotidianità cittadina: “la tangenziale è un mio incubo!”. Chiara ci rivela anche che nei brevi periodi di visita ha iniziato ad apprezzare Bologna che “è obiettivamente una bella città.” Questa città. vissuta e conosciuta, adesso che ne è lontana le sembra nuova, diversa e curiosa.
Chiara in montagna ha potuto esporre le proprie opere a vari mercatini d’artigianato nei diversi comuni dell’Appennino ed ha creato nuovi corsi di ceramica per le scuole della zona. Chiara ci confessa che ama insegnare l’arte della ceramica e le piacerebbe in futuro creare sempre più corsi, in scuole e cooperative sociali, per poter tramandare quest’antica conoscenza.
Dopo l’intervista Chiara ci fa fare un giro della casa. Ci porta nel proprio garage dove si è costruita (finalmente!) il suo personale laboratorio. Appena lo apre esce odore di terracotta e di polveri colorate. Chiara ci rivela che ama creare da sola i propri colori, partendo da materiali naturali. Le polveri sono etichettate con dei codici e disposte con ordine e cura su delle scaffalature di legno. Chiara in questo spazio brilla di luce propria, felice. E’ qui che le scattiamo una foto, per ritrarla nello spazio che più sente suo.