Capitolo 5

Fernando

Fernando ha 44 anni, fa pittura visionaria e vive con la moglie e le tre figlie in un’antica villa a Marzabotto.

Fernando è nato a Salvador de Bahia, in Brasile. In questa città culturalmente varia, ma anche caotica e disordinata, Fernando si sente perso. In mezzo ai due milioni di abitanti lui sogna la quiete della natura selvaggia. Spesso parte con la propria tenda, campeggiando per giorni fuori dalla metropoli. A 19 anni decide di “provarci più forte” e si costruisce una casa nella giungla, dove vive per cinque anni. Poi Fernando si innamora di Alessandra, ed i due si sposano. Con la prima figlia in arrivo decidono di trasferirsi a Bologna, dove si trova la famiglia di lei. 

In via Marconi, di nuovo in città, Fernando sente di aver perso qualcosa che aveva duramente conquistato: le piante, gli alberi, gli animali, i fiumi.  

Decidono così nel 2006 di cercare una nuova casa tra i boschi dell’Appennino Tosco Emiliano, un luogo “che ci sembrava sempre molto magico.” Durante gli anni della ricerca di un nuovo nido la famiglia vive i propri fine settimana in Appennino, esplorando il territorio ed espandendo la loro rete di conoscenze. E’ proprio grazie al passaparola che trovano finalmente una casa in comodato d’uso a Castel d’Aiano. In questo luogo di ”una natura selvaggia meravigliosa, bellissima, piena di fauna e flora,” Fernando inizia a fare il giardiniere e si appassiona di permacultura. Nel 2018 però, affaticati dagli impegni dopo la nascita della terza figlia, tornano a vivere in centro a Bologna. All’arrivo della pandemia, sentendo il richiamo irresistibile dei boschi, comprano un camper ed iniziano nuovamente il loro movimento verso la montagna. Un anno dopo leggono l’annuncio della loro casa dei sogni: una grande villa con architetture art nouveau, completamente arredata e con sei ettari di bosco, e, come in seguito scopre Fernando, con riserve d’acqua naturali. Fernando tratta accanitamente il prezzo con la proprietaria usando come leva i danni dovuti allo stato di abbandono in cui l’immobile versa da più di trent’anni, riuscendo così ad acquistare il meraviglioso castello dove oggi vivono. 

Fernando scende meno possibile a Bologna perché “le città sono una cosa priva di senso: asfalto e palazzi pieni di gente che non si conosce e non si vuole conoscere.” In campagna invece i pensieri di Fernando sono in armonia con la sua arte. Da quando vive in montagna si sveglia ogni mattina alle quattro e si mette a disegnare. Durante il giorno, dopo aver portato le bambine a scuola, si occupa della casa: lavora nel bosco e nel campo, rastrella e ricostruisce gli scoli dell’acqua, ripara ciò che è da riparare, taglia la legna in inverno ed in autunno raccoglie castagne. Per Alessandra una delle motivazioni per cui si sono subito sentiti accolti dalla comunità montana è l’attitudine di Fernando che costantemente ripara e costruisce cose utili a tutti senza chiedere mai nulla in cambio. Lavorare nel bosco, in mezzo a gli elementi naturali, è indispensabile per Fernando visto che “è un sincronismo universale che mi permette di stare bene. […] Ci alimentiamo con gli occhi, con la pelle, con quello che sentiamo. Tutto quello che facciamo con il nostro corpo lo mettiamo nella nostra arte.” I quadri di Fernando sono pieni di immagini dal mondo naturale: piante, alberi, fiori ed animali si intrecciano in una tavolozza accesa e vibrante. 

Per Fernando la propria creatività è un fiume in piena in cui un’opera fluisce costantemente in un’altra in un processo che “non posso e non voglio fermare per prendermi tempo per vendere. […] Non riesco a lavorare seriamente se penso a guadagnare dall’arte.” Fernando ci dice che lavorare solamente vendendo le proprie opere gli toglie energia, che preferisce invece usare per migliorare la qualità ed i dettagli dei propri quadri. Così Fernando, per seguire i propri processi creativi senza le stringenti esigenze di committenti, oltre che vendere saltuariamente le proprie opere si adopera ad insegnare capoeira e fare il giardiniere.

In montagna Fernando ha avuto l’opportunità di avere lo spazio per dare forma alle proprie visioni: all’interno di una delle torrette realizza la propria galleria d’arte, ed inizia a creare eventi artistici. Intorno alla casa di Fernando si sta così naturalmente strutturando un tessuto di artisti ed appassionati che vogliono collaborare e scambiare opinioni, influenze ed idee. Fernando ci racconta infatti che l’arte visionaria è per sua natura rivoluzionaria e deve pertanto sovvertire anche il valore che viene dato agli artisti. Per fare questo è necessario creare un mercato che favoreggi i creativi, creando un movimento internazionale che sia quanto più possibile gratuito ed accessibile. Gli eventi che organizza Fernando, a differenza delle gallerie d’arte urbane, sono sempre liberi per gli artisti che vi partecipano. Oltre che ospitare artisti locali ed internazionali, come l’artista visionario di fama mondiale Luis Tamani, nella villa si organizzano eventi a distanza per artisti Sudamericani che non possono arrivare in Europa; è Fernando che paga la stampa delle opere, espone e crea lo spazio per gli artisti per partecipare in maniera virtuale all’esposizione. 

Fernando con tutto lo spazio conquistato sta espandendo la propria arte oltre i confini della carta: ha iniziato a costruire una casina elfica, con l’erba sul tetto, e vuole creare sculture con i materiali del bosco. Ci racconta infatti la sua idea di costruire un grandioso granchio colorato di quattro metri, che come lui viene dal mare, conficcato nella terra della montagna. Intorno al granchio montano camminatori provenienti da ogni parte del globo che passano su quel sentiero possono riposare e stupirsi su panchine in legno fatte a mano.

Fernando ci racconta che ci sono tanti progetti per il castello nel bosco. 

Fernando si immagina camminatori da tutto il mondo passare dal percorso escursionistico della zona e fermarsi ad osservare le opere d’arte nel giardino e nella sala espositiva. Fernando sogna che che le persone che oggi decidono di riposare nel loro B&B, un domani possano anche mangiare il cibo prodotto dall’azienda agricola che vogliono creare. Fernando si immagina che con il tempo la casa sia semore più animata: la sera eventi artistici internazionali, la mattina bambini che si divertono nella futura fattoria didattica. Visto che “il granchio ha bisogno ogni tanto di tornare nella mangrovia,” Fernando si immagina, nei mesi invernali, di sviluppare un progetto simile a quello dell’appennino anche nella casa che ha lasciato nella giungla brasiliana.

Fernando è una persona pacata e spirituale, con mandi forti abituate a lavorare e sogni grandi. Con le sue idee e la sua voglia di fare Fernando sta lentamente creando in mezzo a questi antichi boschi un castello incantato, dove personaggi provenienti da terre vicine e lontane possono incontrarsi e connettersi, grazie dall’amore condiviso per natura ed arte. 

Se vuoi seguire gli eventi, contattare l’artista o dormire nel loro B&B:

FB    Fernando Costa https://www.facebook.com/fernando.costa.18062

@      fernandofcosta@live.it