Annamaria

Annamaria ha 43 anni, è performer, cantante, musicista, marionettista e vive a Grizzana Morandi. 

Ci sediamo a tavola di fronte ad una tazza di tè, con il gatto che fa le fusa ai nostri piedi. Annamaria parla con un marcato accento toscano ed un sorriso accogliente.  

Annamaria ci racconta che a diciotto anni si trasferisce da Livorno a Bologna per studiare scienze della comunicazione. Qui inizia a cantare con il gruppo di musiche popolari del sud “I Picari,” con i quali suonerà per dieci anni. Quando ancora Taranta e Pizzica sono poco conosciute al nord Italia, Annamaria canta in mezzo a grandi ronde di musicisti, studenti ed amici tra piazze, organetti, feste e tamburelli. Insieme all’amore per la musica tradizionale Annamaria si immerge nell’ambiente del teatro fisico, e si avvicina al teatro di strada. Qui si sente connessa con il pubblico ed ha la possibilità di sperimentare nuove tecniche artistiche, come i suoi amati trampoli. Dopo la laurea Annamaria parte con degli amici per la Francia a fare busketing (“fare capello”) come cantante, e successivamente come organettista. In quegli anni Annamaria diventa amica del gruppo che fonderà poi il Circo Paniko. Insieme progettano un grandioso viaggio in bus verso l’India, nel cui tragitto fare spettacoli di strada. Per tutta l’estate si mettono all’opera, creando performances che uniscano teatro e circo. Annamaria però non partirà mai per l’India; decide invece di ritornare in Italia per vivere la storia d’amore con Cristiano: “è lì che la mia vita ha preso tutto un’altro corso.” Invece che diventare artista del Circo Paniko, decide di fare la maestra, anche per crearsi “una base sicura per continuare a fare l’artista.” Si riscrive così all’Università e studia scienze della formazione primaria. Dopo dieci anni a Bologna però Annamaria sente che la confusione della città le sta stretta. Inizia a sognare di tornare alla tranquilla campagna, conosciuta con i nonni contadini: “se quando ero a Bologna mi riempivo sempre di cose da fare, nella dimensione della montagna mi sentivo calma e rilassata, ed il tempo, più dilatato, acquistava un valore diverso.” 

Lei e Cristiano decidono così di cercare casa in Appennino con i loro amici e colleghi Lollo e Stefano, e le loro rispettive compagne. Per un anno il gruppo esplora zone abbandonate che “ci sembravano tutte meravigliose perché circondate da un’alone di meraviglia e di fiabesco.” Il luogo che infine chiameranno casa ha tutto ciò che desiderano: è grande e spaziosa, è possibile dividerla in tre unità abitative equivalenti ed è abbastanza isolata dal mondo esterno. 

Annamaria appena trasferitasi nella nuova casa trova lavoro come maestra: “qui in montagna non ci vuole venire nessuno a lavorare nelle scuole.” Questa coincidenza le fa sentire sicura delle proprie scelte e le da la conferma di essere sulla strada giusta. 

Con il tempo ed il passaparola il gruppo riesce a conoscere altri (pochi) giovani che come loro hanno deciso di trasferirsi in Appennino. Nel 2012 però la zona è ancora altamente disabitata. La loro casa però è costantemente animata da amici che vengono a trovarli da ogni parte d’Italia. Il primo anno di convivenza “è stato bello, delirante e fricchettone;” le case non sono ancora finite ed il gruppo di amici condivide tutti gli spazi, mangia e dorme insieme. Annamaria così si innamora di Stefano, con cui starà insieme per sette anni.

Annamaria anche vivendo in montagna ricerca continuamente corsi di formazione, e per questo spesso torna a Bologna. Un giorno un’associazione della zona organizza un corso gratuito per burattinai, al quale Annamaria, Cristiano e Stefano decidono di iscriversi. La scoperta passione per il teatro di figura non si ferma solo al manipolare marionette, burattini e pupazzi, ma anche ad idearli e costruirli. Ognuno crea la propria tecnica: dal legno alla cartapesta, dalla gommapiuma alla resina termoplastica. E’ così che vede la luce il progetto che permetterà al gruppo di vivere d’arte: il “Grande Cantagiro Barattoli.” Attaccandosi al corpo le figure create diventando loro stessi teatrini viaggianti. Con il tempo riscuotono sempre più successo, riuscendo nel giro di dieci anni ad entrare nel giro degli artisti di strada “professionali” e performare in decine di rinomati festival in Italia ed all’estero.

Oltre che portare la loro arte in luoghi altri, il gruppo sogna di veder fiorire una miriade di eventi culturali in Appennino. 

Annamaria il primo anno desidera creare un centro culturale nella nuova dimora, ma ben presto si accorge che, dato l’isolamento della casa dal mondo esterno, questo sogno per realizzarsi necessita uno spazio esterno. Così nel 2010, un anno dopo essersi trasferiti, Annamaria, Stefano, Cristiano ed Olga (amica di vecchia data), creano l’associazione “Simurgh” nel paesino di Grizzana Morandi. 

Da qui nasce il “Festival dei Ciarlatani” che da otto anni, ogni 2 Giugno, anima  Grizzana Morandi di artisti di strada. In un’atmosfera steampunk e fiabesca da fine 1800, si possono ammirare le antiche arti di strada di cantastorie, saltimbanchi, marionette e burattini. Se il primo evento è totalmente autofinanziato, a partire dal secondo riescono a ricevere un piccolo finanziamento dall’amministrazione comunale. Con il tempo però trovano sempre più difficoltà nel rapporto con le istituzioni e nel coinvolgere gli autoctoni. La diffidenza e la chiusura verso i nuovi arrivati ostacola l’organizzazione degli eventi, rendendo le cose difficili: “è un peccato, perché gente come noi ha voglia di mescolarsi con la gente del luogo, ma questo ancora non succede.” In ogni caso, con stoicità il gruppo continua ogni anno ad organizzare il “Festival Dei Ciarlatani.” 

Annamaria ci dice di avere tanta voglia di creare nuovi eventi e progetti con la rete di artisti trasferitesi nella zona ed in futuro desidererebbe performare principalmente sul territorio, senza dover partire per stancanti tour. Attualmente Annamaria si sta diplomando in musicoterapia vocale ad indirizzo psicofonetico ed è determinata a portare questa  pratica sul territorio con lo scopo di creare nuovi spazi ed occasioni di crescita personale, entusiasmo e condivisione collettiva. 

Annamaria, anche se a volte ha odiato i lunghi tragitti in macchina che la montagna costringe a fare, o le difficoltà del vivere isolata dalla società, non tornerebbe mai a vivere “in una claustrofobica città.” Ci dice che “il contatto con questo tipo di natura, così selvatica, così rigogliosa, vale tutto quello a cui ho rinunciato. Sono contenta e felice perché vivo una vita piena, viaggiando tra festival artistici, per poi tornare alla mia base sicura e tranquilla. In mezzo ai boschi c’è spazio fisico, spazio mentale in cui posso connettermi a me stessa, ai miei bisogni reali ed alla mia vera natura.”

Se vuoi seguire gli eventi o contattare l’artista: 

tarassacoteatro@gmail.com

IG andrei.annamaria 

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Grande Cantagiro Barattoli (@grandecantagirobarattoli) • Foto e video di Instagram